Europa Verde Padova – Verdi

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NO ALLA QUARTA LINEA DELL’INCENERITORE, SI ALL’AMMODERNAMENTO DELLA TERZA LINEA E SUBITO COMMISSIONE SPECIALE PER LA MUNICIPALIZZAZIONE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA A PADOVA.

Europa Verde – Verdi Padova non intende partecipare – seppur invitata in quanto ha presentato le osservazioni – a questo teatrino dell’inchiesta pubblica prevista per il prossimo giovedì 21 ottobre in Regione, ma ci prepariamo con tutte le forze politiche, associazioni ambientaliste regionali e comitati dei cittadini per supportare il ricorso al Tribunale Amministrativo del Veneto.

Anziché essere un contraddittorio fra le ragioni del sì e del no alla quarta linea, aperto a tutti, prossimamente davanti alla Commissione VIA della Regione è infatti prevista una semplice audizione, a cui sono ammessi solo coloro che hanno presentato le osservazioni e solo un rappresentante per ciascuna osservazione, il quale può parlare per non più di 10 minuti. È una versione riduttiva dell’Inchiesta Pubblica, prevista dalla Legge Regionale 14/2016: niente pubblico, niente domande, niente partecipazione dei cittadini, nessuna possibilità di ribattere alle contro argomentazioni di Hestambiente-Hera, che avrà l’ultima parola.

In assenza di un Piano Regionale sui Rifiuti scaduto nel 2020 e di uno studio delle alternative ragionevoli come previsto da l’art. 22 del D.Lgs. 152/2006, ci teniamo rimarcare alla pubblica opinione che si sta procedendo alla richiesta di un ampliamento di un impianto senza che vi sia una nuova programmazione regionale sui rifiuti.

La Regione Veneto è priva di un Piano Regionale di gestione dei rifiuti aggiornato ai dati più recenti, agli obiettivi europei di prevenzione e riciclo del rifiuto, all’obiettivo di estendere su tutto il territorio i migliori esempi di raccolta differenziata, alle più recenti norme e all’evoluzione tecnologica più recente, come appunto i nuovi impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti. La programmazione della capacità impiantistica è definita con il “piano rifiuti regionale” attualmente scaduto. Non vi è quindi un contesto adatto a definire quale contributo debba dare l’impianto di Padova. Tra l’altro se il precedente piano fosse ancora in vigore, non prevede di certo ampliamenti o nuove linee.

Con l’attuale richiesta della Regione l’impianto di Padova risulterebbe quindi come un enorme hub per l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani a servizio di quasi tutta Regione del Veneto.

Inoltre, la Regione Veneto, anche a tutela propria e dei cittadini che rappresenta, dovrebbe richiedere al proponente (Hestambinete) un vero studio delle alternative ragionevoli, redatto sulla base delle migliori esperienze esistenti in proposito, con un livello di approfondimento che permetta realmente di valutare se la proposta progettuale sia veramente la migliore scelta possibile, nel medio periodo, per una gestione dei rifiuti fatta nell’interesse dei cittadini.

Per questo riteniamo eccessiva la capacità richiesta in autorizzazione. Si chiede quindi di sospendere l’autorizzazione in corso e che la stessa venga esaminata solo a seguito di nuova pianificazione regionale avvenuta, sulla base di una reale programmazione regionale, tenuto in considerazione che la produzione di rifiuto da incenerire nei prossimi anni sarà destinata a diminuire per l’entrata in vigore delle nuove normative europee e allo sviluppo dell’economia circolare.

Sulla base di quanto scritto e delle 44 osservazioni presentate (più di 500 pagine) chiediamo alle forze politiche ed ambientaliste che non ritengono di anteporre la salute dei cittadini agli interessi economici di:

1) sollecitare il Comune di Padova per una delibera di giunta atta ad avviare un’indagine epidemiologica per valutare lo stato di salute della popolazione residente esposta alle ricadute delle emissioni dell’inceneritore, che potrà permettere anche l’emissione di un’ordinanza ‘contingibile e urgente’ : perché non è stata ancora avviata?

2) sollecitare il Comune di Padova per deliberare il blocco della 4 linea e richiedere solo ammodernamento della 3 linea con chiusura della 1 e 2. L’assenza di chiari atti amministrativi (delibere ad hoc, dichiarazioni del Sindaco, ecc.) con precisi paletti dimostra la scarsa o inesistente volontà politica del Comune di Padova ad opporsi sostanzialmente al progetto così come presentato;

3) sostenerci nell’obiettivo di spingere la Regione Veneto ad attuare il piano regionale dei rifiuti basandosi sul modello Treviso e in quello di avviare un processo per la Municipalizzazione della raccolta differenziata a Padova. Si sottolinea ancora una volta l’evidente conflitto di interessi che la raccolta differenziata a Padova e l’inceneritore stesso facciano capo alla stessa azienda (Hera).

Non adoperarsi in tal senso significa essere politicamente responsabili di non aver fatto il possibile per salvaguardare fino in fondo gli interessi di salute generale, ma anche gli interessi economici della collettività, visto che l’investimento dell’impianto non sarà finanziato da Fondi Europei o dal PNRR, ma dai cittadini stessi.

Per queste ragioni EV non intende partecipare, seppur convocata, all’ “inchiesta” o meglio all’ audizione “pubblica” convocata dal Comitato Tecnico Valutazione Impatto Ambientale. Purtroppo se il Comune di Padova non interviene pesantemente a tutela degli interessi dei cittadini non ci resterà altro che aspettare l’esito della Conferenza Servizi e dal 23 novembre prepararci per il ricorso al TAR, supportando una raccolta fondi per pagare le spese della necessaria azione legale.

Articolo Il Mattino 20 ottobre 2021

Articolo Il Mattino di Padova 20/10/2021

Articolo Il Mattino 20 ottobre 2021-bis

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