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SINDACO, CHE NOVITÀ CI SONO SUL DESTINO DEL PARCO DEL BASSO ISONZO?

ALL’INDOMANI DELL’APPROVAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO AGRICOLO CITTADINO 30.000 MC DI CEMENTO CONTINUANO A PESARE SUL FUTURO DEL BASSO ISONZO.

CHE STRATEGIA VERRÀ SEGUITA? ELIMINAZIONE DELLE PREVISIONI EDIFICATORIE CON IL P.I. O LA PERMUTA CON AREE MARGINALI DOVE L’EDIFICATO NON COMPROMETTERA’ L’AMBIENTE?

I Verdi di Padova sono molto soddisfatti della scelta della Giunta di approvare la redazione di un Piano Agro-paesaggistico comunale che riconosca il ruolo fondamentale dell’agricoltura urbana per lo sviluppo sostenibile.

“Apprezziamo che il Piano si ponga obiettivi ambiziosi – sottolinea Nicola Mazzucato portavoce di Europa Verde provinciale – quali la salvaguardia e la diffusione di attività agricole eco-sostenibili e la tutela del paesaggio. Una decisone che si aspettava da quasi 10 anni, dal 2011 quando grazie a 30 associazioni nacque l’idea del parco metropolitano agricolo e paesaggistico contro il consumo di suolo.

Positivo che la discussione arrivi subito in Consiglio Comunale. Bisogna recuperare il tempo perduto. Purtroppo il cemento non si ferma: la percentuale di consumo di suolo a Padova è salita al 49,4% nel 2019 (+25 ha rispetto al ‘18) che pone la nostra città 5° posto fra i capoluoghi” (cfr. ISPRA).

Urgenza è dovuta alla spada di Damocle che pende sul cuore del futuro parco Basso Isonzo che, nel sistema agricolo cittadino, rappresenta il caso più avanzato ma anche quello, paradossalmente, più a rischio.

“Che in delibera l’area del Basso Isonzo venga individuata come caso pilota è scontato – precisa Antonio Attisani portavoce cittadino dei Verdi – qui nell’arco di un 1,5 km si incontrano due aziende agricole biologiche, una cooperativa sociale che fa orticoltura, i parchi comunali dei Girasoli e degli Ulivi e 127 orti urbani. Ma la delibera non ferma la potenzialità edificatoria di 30.000 mc di cemento di cui gode l’IRA sull’area agricola di 3 ettari che si affaccia su via Bainsizza; equivalgono a circa 70 alloggi. Nel 2011 abbiamo perso l’area agricola a fianco di via Monte Pertica, ora occupata da 11 villette in parte invendute circondate da un’alta rete. Non vogliamo che la beffa si ripeta”.

L’Istituto Riposo Anziani beneficia di tale potenzialità dal 2004. Prima era inesistente; poi venne approvata la sciagurata perequazione urbanistica dal sindaco Destro, mai cancellata dalle amministrazioni successive. Uno strumento urbanistico nato con altre finalità che a Padova fu applicato spezzettando l’unitarietà dei cunei verdi a favore dell’edificabilità contratta fra pochi privati.

“A luglio il contadino impegnato nella semina mi informò che sarebbe stata l’ultima volta in cui l’avrei visto lavorare lì; dal 2021 quei 30.700 mq sarebbero diventati palazzine – ricorda Antonio Attisani. Grazie alla mobilitazione popolare e della Consulta 5b il Sindaco ha prorogato di 2 anni il termine per l’IRA, scongiurando a breve il pericolo di lottizzazione. Ma dopo di 5 mesi che novità ci sono?”

Per capirlo i Verdi di Padova si rivolgono direttamente a Sergio Giordani.

Si sta lavorando per l’eliminazione delle previsioni edificatorie grazie al redigendo Piano degli Interventi? Oppure è allo studio la strada della permuta del credito edilizio in zone meno pregiate dal punto di vista ambientale, come già sperimentato all’Iris dove la potenzialità edificatoria è stata spostata sulle palazzine di piazzale Boschetti? Ci sono imprenditori interessati all’area dell’IRA per sfruttare i crediti edilizi in altre zone della città?

Senza la potenzialità edificatoria il valore di quell’area, oggi di 3 milioni, scenderà a circa 300.000 euro; a quel punto diventerebbe possibile un acquisto pubblico-privato basato su un progetto imprenditoriale innovativo di agricoltura ecologica partecipato sia da cittadini che da Enti e Fondazioni unite dall’obiettivo di tutelare il bene comune.

Così finalmente quell’area sarà il cuore del parco del Basso Isonzo, 35 anni dopo il progetto iniziale.

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