Europa Verde Padova – Verdi

PROPOSTE PIANO DEGLI INTERVENTI PADOVA 2030

Padova 2030 – Una città a zero emissioni di CO2. Un contributo green al forum aperto per i cittadini

L’obiettivo di Padova 2030 deve essere quello, in anticipo rispetto agli impegni stabiliti con gli accordi di Parigi sul clima e la strategia europea al 2030, di trovare un equilibro tra carbonio consumato e prodotto.

Tutte le scelte strategiche, operative e normative definite dal nuovo Piano
degli Interventi (PI), ma anche da gli altri piani per un futuro di Padova (PAT, PUMS, piano di adattamento climatico, piano energetico etc.) devono tendere uniformemente all’obiettivo “Padova a zero emissioni”. Qualora non lo fossero, devono essere rivisti in questa direzione.

Premessa: sospensione di nuovi PUA

Troviamo condivisibili i pre-obiettivi indicati dalla Giunta per la stesura del nuovo PI. Ma affinchè non si dimostrino irrealizzabili, occorre urgentemente che il C.C. deliberi la sospensione dell’adozione e dell’approvazione di nuovi Piani Urbanistici Attuativi (PUA) in tutte le aree interessate da ”perimetrazioni d’ambito”, almeno fino all’adozione del nuovo PI, prevista per la fine del 2021.

Ciò si rende necessario ad integrazione di quanto approvato nel 2018 (delibera di C.C. n. 24, 09.04.18) che, in conformità alla LR 14/17 sul contenimento del suolo, ha deliberato la sospensione “dell’approvazione delle richieste di nuove perpetrazioni finalizzate all’approvazione di strumenti urbanistici attuativi, fatte salve quelle già presentate”.

Ma ha fatto salvi quei procedimenti già avviati con semplice “delimitazione d’ambito” rispetto ai quali i proprietari avessero manifestato l’intenzione di presentare in tempi successivi un PUA. Si tratta approssimativamente di oltre 730.000 mq.

Padova della rigenerazione edilizia e sociale

C’è un grande patrimonio di edilizia dismessa nella nostra città, sia di proprietà pubblica che privata, in zone centrali e periferiche. Questi luoghi vanno conosciuti (ad es. attraverso un censimento) e tutti gli interventi di nuova edilizia devono essere allocati in questi luoghi.

Ma occorre parallelamente attivare una rigenerazione sociale, economica e culturale, che porti ad usi innovativi degli spazi grazie al coinvolgimento di forze collaborative della città (associazioni, start up, imprese ed incubatori d‘impresa).

L’adozione di nuove norme amministrative che regolino i rapporti pubblico-privato come i ‘patti di collaborazione’ (una novità per Padova, ma già applicati con successo da molti anni in grandi comuni italiani come Milano, Napoli e Bologna) possono essere decisivi nel consentire tali interventi il cui successo è intrinsecamente collegato alla partecipazione delle comunità territoriali.

Più in generale occorre operare una riduzione della capacità edificatoria dell’attuale PI/ex PRG, salvaguardando le aree residue inedificate, con il ritorno alla destinazione agricola e a verde pubblico.

Padova policentrica

Il possibile disegno di città stellare policentrica, compenetrata e circondata dal sistema del verde, è possibile ed evidente se si progetta a scala metropolitana.

Nel caso del nuovo PI di Padova a scala comunale è però necessario applicare alla città consolidata lo stesso modello policentrico, riconoscendo almeno 11 quartieri, o rioni periferici.

Bisogna intervenire con un complesso di azioni e norme tali da garantire il recupero e la riscoperta di una precisa identità rionale: il posizionamento di funzioni e servizi, la creazione di spazi centrali come le piazze, l’interruzione del traffico veicolare di attraversamento lungo le arterie principali dei rioni; sono alcune delle strategie per raggiungere questo scopo.

Ma sono altrettanto fondamentali: la partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza, grazie a precise norme di collaborazione che facilitino la cittadinanza attiva; la creazione di assi forti di trasporto pubblico; una completa redistribuzione dello spazio pubblico (stradale), oggi destinato in modo largamente prioritario alla sola funzione veicolare (mobilità, sosta e parcheggio).

Per tutto questo si veda il paragrafo su Padova e spazi pubblici.

In generale i bisogni ricorrenti emersi dai cittadini delle città riguardano la creazione di luoghi periferici centrali (pericentralità) che conferiscano immagine al quartiere; un progetto di mobilità sostenibile, basato sulla ciclabilità e pedonalità; il superamento delle barriere che isolano i singoli rioni/quartieri (a causa ad es. di strade ad alto scorrimento, circonvallazioni, cavalcavia etc); la presenza di microspazi di relazione e qualità diffusa; un mixitè funzionale e di attività produttive, collegate anche alla produzione e fruizione culturale ed innovativa.

Padova della cura del ferro

Il sostegno e il rilancio del trasporto pubblico a Padova, dove 100mila spostamenti/giorno interni alla città hanno origine nel territorio extracomunale, non può prescindere dall’uso passeggeri dei molti km di binari esistenti a corona della città.

Ci riferiamo in particolare all’adattamento per uso passeggeri del tracciato Padova-ZIP e del tratto Padova-Abano Terme ad ovest e Padova Vigodarzare a nord.

Ciò significa non solo intervenire per adattare o realizzare nuove fermate, ma contemporaneamente dislocare servizi in loro prossimità.

Gli assi forti del trasporto pubblico attrezzato, tra cui i prossimi tram, linea 2 e 3, devono diventare le variabili indipendenti attorno a cui pianificare l’organizzazione urbana.

Padova del verde e degli anelli verdi

In generale serve un disegno unitario di sistema multifunzionale degli spazi aperti e del verde, con la definizione di norme di progettazione e gestione.

A tale scopo l’amministrazione si è dotata recentemente dell’ufficio per il Piano del Parco Agro-paesaggistico che, dovendo definire linee guida per l’introduzione di pratiche agricole sostenibili, per il paesaggio e per l’adattamento climatico, dovrà trovare nel nuovo PI un adeguato e complementare interfaccia normativo e di zonizzazione.

Più in dettaglio il disegno originale del Piano regolatore di Piccinato (1954-57) che prevedeva i cunei verdi dalla periferia fin verso la cerchia muraria cinquecentesca, deve essere mantenuto.

La variante ai servizi del 2004 e l’adozione dello strumento perequativo in modo errato per frammentazione delle aree ed elevati indici di edificazione, ha già causato danni irreparabili.

Bisogna porre rimedio definitivamente, preservando ciò che rimane dei cunei verdi, veri corridoi di biodiversità.

Contemporaneamente sono necessari due anelli verdi. Il primo è quello del Parco delle Mura e delle acque, a contorno della città storica.

Il secondo è quello esterno nell’area periurbana, composto da fasce boschive attorno alle tangenziali, vaste aree dedicate all’agricoltura urbana che si innestano alle due principali vie d’acqua, il fiume Brenta a nord e il Bacchiglione a ovest e sud-est. Il tutto a costituire una rete ecologica quale sistema interconnesso di habitat per salvaguardare la biodiversità, composto da aree centrali (core areas), ad alta naturalità, zone di transizione (buffer zones), fasce di connessione e aree puntiformi (stepping zones) per microambienti.

Infine va curata la presenza di alberature stradali nella città consolidata come elementi non solo di verde con funzioni estetiche e di mitigazione delle temperature estive, ma come elemento di riconsiderazione dello spazio pubblico oggi dedicato in maniera preponderante alle automobili (vedi paragrafo successivo).

Padova dei nuovi spazi pubblici

La realizzazione della moderazione del traffico e di zone 30, già individuate come strategiche nel redigendo PUMS di Padova, rappresentano l’occasione per il nuovo PI di rivedere profondamente la destinazione dello spazio pubblico cittadino, oggi totalmente a favore delle automobili.

Favorire e garantire una accessibilità intra e inter quartiere tramite la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) necessita di interventi strutturali e precise norme.

Parallelamente a quanto definito per la ciclabilità nel Bici Plan 2018-22, riferito in particolare agli assi forti e separati per la mobilità ciclabile, occorre individuare una rete di spazi a vocazione pedonale in cui attuare interventi di moderazione del traffico e di cura urbana che portino a un miglioramento della qualità della vita, sia dal punto di vista ambientale che sociale.

La rete va concepita come struttura portante della vita urbana collettiva, al centro dei quartieri, con l’obiettivo di facilitare l’insediamento e il funzionamento del piccolo commercio, delle attività artigianali e creative, la connessione dei servizi socio-culturali e di comunità. Interventi di qualità dello spazio urbano consentono inoltre di creare zone dove può essere garantita in sicurezza la promiscuità degli autoveicoli con biciclette e pedoni (strade condivise a 30 km/h).

Per incrementare la pedonalità occorre in specifico intervenire sull’estensione degli spazi dedicati a chi si muove a piedi, ad esempio ampliando significativamente i marciapiedi, in particolare alle intersezioni, o realizzandoli dove mancano; aumentando la dotazione di spazio pubblico, inizialmente in maniera sperimentale e temporanea, prevedendo pedonalizzazioni nei quartieri con minor offerta di verde per permettere il gioco e l’attività fisica dei bambini (Play Streets); creando nuovi spazi ciclo-pedonali, in particolare per l’accesso e in prossimità di scuole e servizi.

Si tratta in definitiva di un importante progetto di redistribuzione dello spazio pubblico (prevedendo anche azioni di espropriazione di quello privato soprattutto se usato con il solo scopo della sosta veicolare), che consenta per altro di adeguare la città alle misure di distanziamento fisico che l’emergenza Covid-19 richiede, e che si ottiene progettando ponendosi ad altezza bambino o anziano, cioè con gli occhi delle categorie più fragili della strada.

Padova della ZIP sostenibile

La zona industriale di Padova occupa circa 1/9 dell’intero territorio comunale ed è la più vasta del nordest; è occupata da circa 1300 aziende, dalla più grande area interportuale dell’alta Italia con un raccordo ferroviario; il 18% del suo territorio è destinato a verde.

Il nuovo PI, volto a garantire sostenibilità alla città di Padova e di adattamento ai cambiamenti climatici, non può non tenere in considerazione tale area e una sua trasformazione in chiave di minor impatto ambientale.

Da un lato le norme da introdurre devono condurre ad un’urgente riconversione ecologica grazie alla realizzazione di tetti verdi, pavimentazioni permeabili, selciati porosi, sistemi di recupero dell’acqua piovana, collettori e pannelli fotovoltaici per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Parallelamente occorre progettare un piano di tutela e salvaguardia delle aree e dei corridoi verdi attorno al parco Roncajette, con particolare attenzione all’isola di Terranegra, con una pianificazione che tenga in considerazione che in territorio attiguo, seppur extracomunale, verrà completata l’idrovia Padova Mare e dell’esistenza di corridoi verdi che si stendono fino al polo Universitario di Agripolis (comune di Legnaro), attraversando Ponte San Nicolò e Polverara.

In questo senso l’esperienza di collaborazione pubblico-privata del parco della Fenice in area del comune di Padova ad ovest del Roncajette, può rappresentare un modello di buona pratica replicabile sia per la fase di progettazione, recupero e gestione dei nuovi spazi.

Padova, 16 dicembre 2020

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